Cominciando a parlare di “impianti a fune” o se vogliamo di “funivie” non possiamo non notare che risulta fondamentale l’utilizzo della parola “fune”. Crediamo che l’uso di funi si perda nella notte dei tempi e probabilmente le prime funi erano costituite da tendini di animali e/o da liane: sicuramente in tempi successivi si è sviluppata l’idea d’intreccio di fili sia di origine animale che vegetale per aumentarne la resistenza. Sappiamo che sia i cinesi che gli egiziani utilizzavano funi molti secoli a.C. e che sapevano produrre fili anche dai metalli. Non abbiamo molti reperti storici: in Italia a Pompei è stato ritrovato uno spezzone di fune di rame fabbricato con 3 trefoli di 19 fili ciascuno. Lo stesso Leonardo da Vinci cita l’esistenza di funi sia in acciaio che in rame i cui fili erano sicuramente ottenuti per forgiatura. Ma le prime funi erano sicuramente eseguite con vegetali intrecciati ed usate per la costruzione di ponti sospesi.
Desta ancor oggi meraviglia sapere che gli Inca avevano standardizzato la costruzione di ponti sospesi eseguendoli in pochi giorni di lavoro, utilizzando ed intrecciando la paglia esistente sul posto per formare funi a più trefoli. Quattro grosse funi collegate tra loro costituivano il piano di calpestio che sopportava il peso di due uomini accompagnati da due lama carichi, mentre altre funi più sottili formavano il parapetto. Quindi liane o specifiche funi hanno aiutato l’uomo a superare fiumi o profondi avvallamenti.
Certamente la realizzazione di una fune portante tesa ed ancorata alle estremità lungo la quale far scorrere dei carichi, magari a mezzo di una fune traente o sfruttando la gravità, si perde anch’essa nelle profondità della storia.
Un altro salto di tecnologia è documentato con la costruzione di una funivia monofune destinata alla costruzione di un bastione della città di Danzica. I sostegni erano in legno e la fune portante-traente in canapa trasportava i cesti in vimini che contenevano il materiale necessario ad erigere la fortificazione.
Quindi già agli inizi del 1600 si era inventata la seggiovia monofune.
Tra il 1400 ed il 1800 vennero fatti molti tentativi per costruire funi con fili di acciaio trafilati piuttosto che forgiati: ciò avrebbe permesso di elevare notevolmente la tensione nelle funi e quindi di realizzare impianti molto più performanti. Solamente agli inizi del 1800 si cominciarono ad impiegare e costruire funi in acciaio trafilato. Nel 1834 Albert di Clausthal costruì una fune in acciaio lunga 605 metri, avente un diametro di 18 mm e composta da 3 trefoli di quattro fili ciascuno avente una resistenza a trazione di 55 kg/mmq. Tale lunghezza fu ottenuta inserendo i fili opportunamente sfalsati nei trefoli: infatti la lunghezza massima allora ottenibile per ciascun filo era pari a 40 metri circa. Albert di Clausthal che lavorava nelle miniere contribuì fortemente allo sviluppo delle funi trafilate tanto che già nel 1850 tutte le miniere usavano regolarmente funi in acciaio con sei trefoli. La necessità di potenziare il trasporto di materiali nelle miniere contribuì fortemente a migliorare la tecnologia del trasporto a fune anche con l’introduzione di dispositivi di ammorsamento automatico alla fune. Von Ducher costruì nel 1879 una teleferica bifune (con fune portante e traente distinte) lunga quasi due kilometri ed avente dislivello di 41 metri. I sostegni erano ancora di legno ma erano dotati di scarpe per l’appoggio delle funi portanti e di rulli per la fune traente. Il dispositivo di agganciamento dei vagoncini alla fune era del tipo a vite brevettato dall’ing. austriaco Theobald Obach. Lo stesso Obach successivamente fondò la prima casa costruttrice d’impianti a fune dell’impero Austro-Ungarico.
Praticamente ormai tutta la tecnologia necessaria alla costruzione d’impianti era nota e vi fu un notevole sviluppo. In Italia la prima casa costruttrice fu fondata dagli Ing. Cerretti e Tanfani nel 1894. Un fondamentale passo in avanti fu ottenuto grazie al miglioramento delle caratteristiche meccaniche delle funi che già agli inizi del 1900 potevano vantare una resistenza meccanica di 180 kg/mmq.
Anche le funicolari per il trasporto persone, ove le vie di corsa sono costituite da una rotaia, ebbero un notevole sviluppo e parallelamente i piani inclinati per il trasporto di materiali.
Possiamo ritenere che la prima funivia di tipo moderno con sostegni in acciaio fu costruita nel 1912 per collegare Lana a S.Vigilio presso Merano ed era adibita a trasporto di persone. La costruzione fu eseguita dalla Cerretti e Tanfani su progettazione iniziale dell’Ing. Emil Strub. Tale notevole progetto fu portato a termine dall’Ing. Luis Zuegg. Era costituita da due tronchi con lunghezza ciascuno superiore a 1000 metri e dislivello ciascuno superiore a 500 metri: aveva ben 39 sostegni e la campata più lunga era di 250 metri. La vettura del peso di 4000 kg portava 16 persone alla velocità di 2,5 m/sec. Le funi portanti avevano un diametro di ben 60 mm, grado di sicurezza 10, ed erano formate da 34 trefoli di 7 fili ciascuno: le funi traenti avevano diametro di 30 mm, anima centrale in canapa, ed erano composte da 42 fili. Questo impianto aveva anche delle funi laterali di guida per limitare le oscillazioni laterali delle vetture e motore di recupero.
Tale impianto era dotato di un freno elettromagnetico di servizio a mancanza di corrente, di un freno di emergenza a mano e di un ulteriore freno di servizio manuale. Vi era il dispositivo centrifugo di controllo della velocità massima e l’arresto automatico delle vetture in fine corsa.
Le vetture avevano illuminazione, telefono e vi era perfino il freno di vettura. A seguire un’immagine di questa funivia:
La prima guerra mondiale contribuì a dare impulso a questa tipologia di trasporto con la realizzazione di impianti molto leggeri e facilmente montabili che servivano per il trasporto di vettovaglie ed il recupero dei feriti dal fronte di guerra solitamente posto in alta montagna. Per ovvi motivi di risparmio si cominciò a realizzare impianti con campate molto lunghe. L’ing. Luis Zuegg, quale responsabile della costruzione degli impianti a fune per l’esercito austriaco, realizzò centinaia di teleferiche militari accumulando una notevole esperienza che mise a frutto terminata la guerra. Fu il primo a progettare impianti con tensione delle funi molto alta (la tecnologia delle funi ormai lo permetteva): ciò consentiva d’inserire in linea un minor numero di sostegni e, flettendo meno la fune sotto carico, si potè aumentare la velocità degli impianti. Nel 1923 la funivia Merano-Avelengo era decisamente un impianto di concezione moderna.
Tra le due guerre si comincia a sentire l’esigenza del trasporto invernale per un meno faticoso utilizzo degli sci.
Attorno al 1935 vedono la luce le prime slittovie (una grande slitta su cui gli sciatori stavano in piedi trascinata a monte da una fune) e le prime sciovie costruite in Italia dalla ditta Graffer.
Subito dopo la seconda guerra mondiale compaiono le prime seggiovie ad ammorsamento fisso con portate di 200 -:- 400 persone/ora che daranno un forte impulso al turismo invernale.
Dopo gli anni 1960 le necessità di trasporto di persone a scopo turistico aumentano ed aumentano decisamente le portate degli impianti di risalita.
Oggi esistono impianti di risalita con capacità di trasporto anche di 3600 persone/ora, ed in qualche fortunato caso si riescono a trasportare fino a due milioni di persone/anno.